Introduzione

Lo studio e la comprensione dei fenomeni naturali hanno caratterizzato la storia dell’uomo fino dalla sua comparsa sulla Terra e, proprio grazie ai progressi della ricerca nei secoli, la qualità della vita è progressivamente migliorata. L’avanzamento tecnologico e lo sviluppo scientifico hanno permesso agli scienziati e ai ricercatori di tutto il mondo di arrivare a studiare l’infinitamente piccolo e di visualizzare e lavorare a dimensioni nanometriche.

In questo ambito di ricerca, diventato sempre più importante negli anni sia per applicazioni industriali che mediche, uno degli elementi fondamentali è l’analisi delle interazioni tra i nanomateriali — da sempre presenti in natura e che oggi è possibile studiare grazie a strumentazione scientifica di estrema precisione in grado di esplorare dimensioni inimmaginabili solo fino a pochi anni fa — e l’organismo umano. Il progetto NanoLab nasce per studiare queste interazioni relativamente recenti — in linea con quanto succede in altri paesi Europei e non — e per valutare in maniera scientifica e trasparente sotto la guida di un ente pubblico — l’INAIL — la salvaguardia della salute dei lavoratori con particolare riferimento agli addetti alla ricerca (scienziati, ricercatori, responsabili di R&S, tecnici) impiegati nei laboratori dove si studiano i nanomateriali. L’INAIL — per ottemperare alla sua mission di tutela delle condizioni di salute di tutte le categorie di lavoratori — ha promosso e finanziato una serie di progetti specifici, non solo sulle nanotecnologie, ma anche su altri temi quali stress lavoro correlato, rischi biomeccanici, etc. (vedi elenco completo al seguente link), con la finalità di approfondire alcuni temi di ricerca innovativa e di promuovere la creazione di reti di eccellenza. Per la realizzazione di NanoLab è stato costituito un gruppo di lavoro che vede la partecipazione di laboratori tra i più importanti in Italia (e nel mondo) che hanno messo a disposizione le loro competenze per sviluppare le conoscenze sul tema dell'impatto delle nanotecnologie sulla salute nei laboratori di R&S e di una corretta gestione delle loro interazioni con l'uomo.

Obiettivo

Il progetto NanoLab ha l’obiettivo di monitorare e migliorare lo standard delle condizioni di lavoro nei laboratori in cui l’oggetto di studio sono le nanotecnologie.

In particolare, il Progetto NanoLab ha preso come termini di riferimento i laboratori del NEST della Scuola Normale Superiore in cui sono state fatte tutte le rilevazioni e le misure che saranno poi oggetto di analisi.

Il progetto si pone come obiettivo quello di sviluppare strumenti comunicativi chiari ed efficaci per la prevenzione e gestione della sicurezza nell’utilizzo di nanomateriali in attività di Ricerca e Sviluppo, sulla base di un approccio precauzionale che garantisca uno sviluppo sicuro ed efficace dei nanomateriali e delle loro applicazioni.

In particolare si rivolge a chi lavora in laboratori dove si studiano i nanomateriali, con particolare riferimento a nanofili, grafene o nanoparticelle. Rientrano in questa categoria di lavoratori anche coloro che hanno in qualche modo a che fare con la gestione dei macchinari e degli strumenti, la manutenzione, la sicurezza degli impianti, le pulizie.

Tutti coloro che hanno a che fare con la gestione o la fruizione di un laboratorio di nanotecnologie potranno trarre da questo progetto indicazioni utili e aggiornate sulle norme di comportamento da tenere.

 

Casi di studio

La metodologia utilizzata si basa sulle più recenti tecniche di control banding per la valutazione dell’impatto dei nanomateriali sull’attività lavorativa nei laboratori di ricerca di riferimento.

I tre materiali oggetto di studio sono:

Questi tre materiali sono stati utilizzati poichè rappresentativi0di tre dimensioni diverse (0D, 1D e 2D) e perché tra i più rappresentativi tra i nanomateriali utilizzati nei laboratori di ricerca.

Il risultato finale del progetto sarà reso disponibile pubblicamente sul sito dell’INAIL.

 

Attività

Il progetto, della durata di un anno, si svolge lungo le seguenti direttrici principali:

  1. analisi dello stato dell’arte e delle norme tecniche di riferimento;
  2. sperimentazioni su casi studio, raccolta e caratterizzazione di scenari di esposizione in contesti di R&S;
  3. realizzazione di strumenti comunicativi per la prevenzione e gestione del rischio (in riferimento ai casi studio);
  4. valutazione dell’applicabilità/scalabilità della metodologia sviluppata in altri contesti di R&S a livello nazionale;
  5. disseminazione, trasferimento dei risultati ed implementazione del networking tra ricerca ed imprese.